catanzaro paese gestito da suini

Da catanzarese. Esterno le mie contestazioni contro l'immobilismo delle amministazioni locali e regionali, che permettono scempi e connivenze con colletti bianchi, politici, e malavitosi. Porto come esempio i 1000 neo magistrati che hanno copiato il compito per accedere alla carriera di uomini di legge. Ignorando la legge. E facendo carte false per far si che risultassero praticanti presso studi di collusi avvocati catanzaresi, ma altri scandali e disservizi sono alla vista di tutti, che per il tozzo di pane tacciono o chiudono gli occhi, lasciando che chi governa le amministrazioni si ingrassi come suino, e proteggendo i suoi gnirri, si compiace del suo futile operato. Tanti amministratori regionali sono indagati per malgoverno e appropiazioni indebite, il tempo passa e le cose non cambiano, altre faccie di m.... gestiranno la cosa pubblica in maniera privata. Il tempo e la storia sputerà in faccia a questi meschini personaggi, che non hanno saputo sfruttare i loro talenti e la fiducia riposta in loro. Hanno fatto soffrire e fanno del male ai più miseri e i più deboli, mi vergogno di essere nato in questo paese di farabutti e cretini con patente honoris causa.
Quello che segue sono notizie sul mio paese di nascita foto e testi sono tratte da fonti come wikipedia e altri siti nel web

catanzaro paese di calabria

Catanzaro in dialetto locale Catanzaru , detta anche Città dei tre colli è una città italiana di 93.471 abitanti , capoluogo della regione Calabria e dell'omonima provincia.
Si colloca al centro di un'area densamente popolata, con un'intensa mobilità urbana, comprendente alcuni comuni costieri, da Sellia Marina a Soverato e alcuni comuni della Sila per un totale di 156.196 abitanti. Va consolidandosi la formazione di un'area metropolitana, già deliberata dalla Regione Calabria , con la città di Lamezia Terme, che comprenderà 10 comuni e porterà alla creazione di un'area integrata che si estenderà dalla costa ionica a quella tirrenica, coinvolgendo oltre 200.000 abitanti.Storico capoluogo dell'antica provincia di Calabria Ultra per oltre 200 anni e sede dell'Università degli Studi "Magna Græcia", il secondo ateneo calabrese per numero di iscritti.Nei mesi estivi il litorale ionico da Catanzaro a Soverato è soggetto a importanti flussi turistici, soprattutto giovanili, per la presenza di numerose strutture ricettizie localizzate in particolar modo nei quartieri costieri della città e nelle località di Copanello e SoveratoCatanzaro è detta anche città delle quqttro V, riferite a tre caratteristiche distintive della città, ovvero: V di San Vitaliano, santo patrono; V di velluto in quanto importante centro serico fin dai tempi dei Bizantini; V di vento in quanto costantemente battuta da forti brezze provenienti dal Mar Ionio e dalla Sila. V dei viadotti "V V V" era la sigla con cui venivano identificati, sui mercati nazionali ed esteri i velluti, i damaschi ed i broccati provenienti dalla città Catanzaro si trova in posizione centrale rispetto alla regione Calabria. Si affaccia sul golfo di Squillace, nel mar Ionio, dove secondo alcuni studiosi si trovava il porto del regno dei Feaci, dove, secondo Omero , Ulisse fu accolto e raccontò la sua storia . È situata nell'istmo di Catanzaro, la striscia di terra più stretta d'Italia, in quanto soli 30 km separano il mar Ionio dal Tirreno.Il territorio comunale si estende dal mare fino a un'altezza di circa 600 metri, il centro cittadino è situato a circa 300 mt. sul livello del mare. Comprende una zona costiera sul mar Ionio che ospita 8 km di spiaggia e un porto turistico, da qui il centro abitato risale la valle della Fiumarella (anticamente detta fiume Zaro) sede di un forte sviluppo urbanistico, fino ai i tre colli: del Vescovado, di San Trifone (o di San Rocco) e di San Giovanni (o del Castello) su cui sorge il centro storico della città e che si ricollegano con la Sila verso Nord. Per la sua particolare orografia il territorio comunale è bagnato dal mare, ma soggetto a fenomeni nevosi d'inverno.I corsi d'acqua principali sono il torrente Fiumarella (nel dialetto locale Hjiumareddha, anticamente detto Zaro), nel quale confluisce il torrente Musofalo, il torrente Corace (anticamente detto Crotalo) il maggiore in termini di portata d'acqua che delimita il confine comunale a sud e il torrente Alli che delimita il confine comunale a nord. Per loro natura i corsi d'acqua sono a carattere torrentizio ed hanno una scarsa portata nella maggior parte dell'anno, mentre si gonfiano dopo le piogge.

catanzaro le origini

Alcune ipotesi fanno risalire l'origine di Catanzaro a un'antica colonia greca nel luogo che inseguito divenne l'antica Scolacium oppure ritengono che sia sorta sulle rovine dell'antica città di Trischines. Altre ipotesi più accreditate individuano la fondazione da alcuni insediamenti posti in ordine sparso nella zona dell'attuale Catanzaro Marina, Tiriolo (anticamente Teura), Santa Maria di Catanzaro, sul colle Trivonà (Trischines) e lungo la valle del Corace che formavano l'antica "Terra dei Feaci". E proprio alla foce del torrente, secondo la leggenda Ulisse fondò l'antica Skilletion. Di recente ritrovamento nel quartiere Germaneto lungo la valle del Corace, una necropoli greca del V secolo a.C. e un antico centro romano. Dai ritrovamenti archeologici, emerge che l'attuale territorio comunale era compreso nell'area abitata fin dall'età del ferro, dalla popolazione dei "Vituli" così chiamati perché adoratori del simulacro del vitello, che i greci ribattezzarono "Italoi" (adoratori del vitello) e governati dal famoso re Italo (dal quale in seguito prese il nome tutta la penisola italiana), fratello di Dardano progenitore dei troiani.Secondo la leggenda due condottieri bizantini Cattaro e Zaro condussero le popolazioni rivierasche della città magno-greca di Skilletion o Skillakion, corrispondente alla romana Scolacium (nei pressi dell'odierna Catanzaro Marina), prima sullo Zarapotamo (oggi Santa Maria di Catanzaro) poi successivamente sul Trivonà, in una un fortezza militare (secondo alcune ipotesi già esistente da qualche secolo nel luogo che attualmente è il quartiere che porta il nome di Grecìa). La scelta territoriale sarebbe stata legata alle continue incursioni saracene, che spinsero a spostare l'abitato in zone più elevate. Tale fondazione è attribuita tradizionalmente alla seconda metà del IX secolo, per decisione del generale bizantino Niceforo Foca il vecchio, dal quale avrebbe inizialmente preso il nome di "Rocca di Niceforo". Il passaggio da fortezza a centro urbano vero e proprio avvenne ad opera del generale Flagizio che avviò la costruzione di una cittadella, di un recinto fortificato e infine la sistemazione di cisterne e provviste di grani. Potenziato dall’accentramento di popolazione, prese forma urbana ed in seguito fu incastellato e assunse la denominazione di Katantzárion, con il permesso dell'Imperatore ottenuto da Flagizio. Secondo alcune ipotesi, proprio da questo periodo che vide lo sviluppo di officine per la lavorazione della seta importata dall'oriente e delle coltivazioni di gelso, deriva il nome attuale della città dal termine greco "Katartarioi", ovvero filatori di seta.
Agli inizi del X secolo la città bizantina fu occupata di notte dai Saraceni, che vi fondarono un emirato e prese il nome arabo di Qatansar. La presenza araba è testimoniata da ritrovamenti ottocenteschi di una necropoli che restituì oggetti con iscrizioni arabe.Intorno al 1000 Catanzaro si ribellò al dominio Saraceno, tornando per un breve periodo nuovamente sotto controllo Bizantino. Nel 1069 fu l'ultima città calabrese, dopo mesi di resistenza a cadere sotto l'assedio dei Normanni di Roberto il Guiscardo che eressero il Castello Normanno[senza fonte]. In quest'epoca conobbe una fioritura di arti e dei mestieri, e in particolare la lavorazione della seta, con scambi commerciali sia con le altre regioni d'Italia che con i paesi orientali ed europei. Alla metà del XIII secolo l'imperatore Federico II fece di Catanzaro un diretto possesso della corona. In seguito la città fu feudo delle famiglie Ruffo, Caraffa e Soriano. Per farne un centro di dominio, i Normanni l'elessero a Contea, conferendola a Pietro Ruffo, grande marescalco di Federico II. Ma da questi perduta nelle sue lotte contro Manfredi, ritornò ai Ruffo, la città, quando Carlo I d'Angiò la donò al secondo Pietro Ruffo, nipote del precedente, suo generale nella guerra del Vespro. Per quattordici anni, ad opera del Re Ladislao, rimase nel demanio regio. Nel 1420, ritornò a Nicolò Ruffo, che la diede in dote alla figlia Enrichetta che andava sposa ad Antonio Centelles. In seguito alla ribellione di costui che fomentò le plebi rurali, Alfonso I ne fece di nuovo una città demaniale. Per cui pochi anni dopo (1460) si accese nuova guerra durante la quale Catanzaro trucidò i partigiani di Centelles. Ritornata la pace, la città ebbe concessi nuovi privilegi che favorirono enormemente l'affermarsi della sua industria della seta, per cui i suoi damaschi andavano noti in tutta Europa. Da quel tempo Catanzaro acquista sempre più l'aspetto e l'importanza di quieta città aristocratica ed artigianale. Tuttavia questa condizione le conferisce l'energia di comportarsi eroicamente, nel 1528, e di resistere all'assedio posto dai francesi, meritandosi da Carlo V il titolo di "Fedelissima" e l'autorizzazione a fregiare il proprio stemma con l'aquila imperiale. L'importanza economica, ma soprattutto militare portò, pochi anni dopo, nel 1593 la città ad essere nominata capoluogo della provincia Calabria Ulteriore, ruolo che detenne per oltre 220 anni fino al 1816, anno in cui avvenne la divisione amministrativa della provincia. La sua importanza per tutto il territorio regionale ebbe conferma nel 1970, anno in cui venne confermata capoluogo di regione.

catanzaro "u murzeddhu"

La gastronomia di Catanzaro, che affonda le sue radici nella tradizione tipicamente mediterranea, è caratterizzata da una forte presenza di sapori forti e aromatici. Frequente l'uso del peperoncino piccante, presente in quasi tutti i piatti tradizionali, spesso associato ad altre spezie aromatiche come l'origano, il basilico e l'alloro.
Il piatto forte della gastronomica locale è il morzeddhu, di solito servito caldo nella pitta, pane casereccio piuttosto schiacciato e dalla forma circolare, tagliato a libretto. L'ingrediente base è costituito dalle interiora di vitello (diuneddhi), con conserva di peperoni piccanti, sale, origano, alloro, e vino rosso.
U'Morzeddhu è un piatto tipico catanzarese a base di carne di vitello.
La nascita di questo piatto è legato ad una vecchia leggenda catanzarese, secondo la quale una donna che lavorava come serva in una famiglia molto facoltosa, aveva enormi difficoltà nel far quadrare i conti legati al bilancio domestico ed un giorno, per far fronte ai problemi, ideò un piatto a base di carne, quindi un piatto sostanzioso, che potesse essere conservato a lungo e che permettesse di utilizzare tutte le interiora del vitello che normalmente venivano scartate dal cuoco ufficiale della famiglia presso cui lavorava; ideò quindi, dopo tante prove, il morzello e lo chiamò così perché è tagliato in piccoli pezzi (in dialetto catanzarese " morzha morzha ").Gli ingredienti originali di questo piatto sono: il cuore di vitello (chorettu), i polmoni, la milza, il fegato, lo stomaco, la trippa, l'intestino (questo ingrediente non è più utilizzato perché per essere pulito alla perfezione richiede particolari procedimenti ed esperienza), concentrato di pomodoro, peperoni piccanti, sale, origano, e alloro. Può essere servito nel piatto o, come vuole la tradizione, nella "pitta" detta "a ruota di carro" (pane casereccio di forma circolare con una circonferenza interna abbastanza ampia, cosi che il pezzo tagliato risulti lungo e stretto).Una variante del morsello originale è il morzello cento fogli fatto solo con la trippa di vitello. Spesso il morzello viene confuso con altri piatti calabresi simili ,a base di carne come la stigghiolata e il soffritto di morzello . La "stigghiolata" ha come ingrediente principale i "stigghioli", frattaglie di capretto o agnello, che vengono cucinati in un sughetto di pomodoro concentrato fresco, battuto di lardo o olio extravergine di oliva e peperoncini piccanti, insieme con cuore, fegato, polmone e stomaco di capretto o di agnello tagliati a strisce e avvolti attorno a rametti di rosmarino nelle "budelline". Il sofritto invece è fatto con la carne di maiale soffritta e cotta nel vino rosso con l'aggiunta di origano , peperoncino, concentrato di pomodoro, alloro e sale.Per molto tempo, tra il 1800 fino al 1970 circa, il morzello era lo spuntino delle 11,00 di manovali e operai.Il successo della pietanza è tale che attualmente è considerato uno dei simboli della città di Catanzaro. Viene mangiato tipicamente a Capodanno.Altro piatto tipico locale sono i vermituri ossia le lumache di terra bollite al sugo con l'aggiunta di peperoncino. Il piatto ha radici molto antiche, vengono raccolte durante le prime piogge nel mese di Ottobre e la preparazione è rimasta intatta nel tempo. L'usanza prevede che siano lavate bene per eliminare la terra, poi lasciate riposare in un recipiente forato munito di coperchio per 24 ore. Dopo vengono risciacquate e fatte bollire per più di mezz’ora in una padella con olio, pomodori, aglio, sale, origano e peperoncino piccante.Vari i primi piatti: "pasta e ceci con finocchi selvatici", "pasta dei mietitori", con un sugo a base di cipolle, zucchine e patate), la pasta di casa che ha una preparazione tutta particolare e che è condita con un ragù particolare caratterizzato da 'Nduja, carne macinata, carote, patate bollite, peperoni, olio extravergine d'oliva, aglio, cipolla, sale e in fine parmiggiano o pecorino; e la "pasta con le alici", preparata con alici sotto sale, mollica di pane e peperoncino piccante. Molto utilizzata la carne di maiale e di manzo.

catanzaro "a naca"

Si tratta di una processione religiosa che si svolge il venerdì santo a Catanzaro. Al centro della processione c'è la naca termine dialettale che deriva dal greco nachè che significa culla, nella quale è adagiato il corpo di Gesù.Le origini del culto risalgono al medioevo, alcune ipotesi datano le prime processioni intorno all'XI secolo, periodo in quale la naca veniva trasportata da contadini e artigiani e in seguito dai rappresentanti delle corporazioni dei mestieri. Attualmente il trasporto è affidato ai rappresentati delle forze dell'ordine, ultimamente ai vigili del fuoco.La naca ha la tipica forma di una culla allungata ornata di damaschi e seta e attorniata da fiorni e calici. Agli estremi della culla sono raffigurati due angeli, uno dei quali tiene in mano i simboli della Passione. Il corteo si snoda nelle vie del centro storico cittadino, la culla viene preceduta dagli stendardi, gonfaloni e croci di penitanza del San Giovanni, dell'Immacolata e del Rosario. A seguire sono portate la croce bianca del Carmine, rossa del San Giovanni, nera del Rosario, celeste dell'Immacolata. Ancora dietro seguono gli ordini religiosi, poi la naca, l'Addolorata e per finire i fedeli Notte Piccante si svolge nel centro storico l'ultima settimana di settembre; Naca: processione del Venerdì Santo si svolge nel centro storico; processione del Corpus Domini; Notte Marina si svolge nel quartiere Marina ultimo sabato di luglio Festa della Madonna di Porto Salvo" si svolge nel quartiere Marina, ultima domenica di luglio Festa di San Giuseppe: 1° maggio, via Mattia Preti, rione Piano Casa Festa del pane: 13 Giugno - Chiesa del Monte, via XX Settembre Festa di San Vito: 13-15 giugno viale Crotone quartiere Marina Festa del patrono san Vitaliano: 16 Luglio Mirabilia (rappresentazione storica in costume)) 9/16 luglio in coincidenza con la Festa di San Vitaliano Fiera di San Lorenzo quartiere Mater Domini: 5/10 agosto Festa della Maria SS. delle Grazie quartiere Pontegrande: prima domenica di settembre Festa della Madonna dei Cieli: terza domenica di settembre Festa dell'Uva e fiera del Vino: seconda settimana di settembre Settembre al Parco delle Biodiversità Marinfest: rassegna musicale quartiere Marina - Agosto/Settembre Festival dell'autunno: settembre/dicembre all'Auditorium "Casalinuovo" Catanzarock: autunno (selezione regionale Arezzo Wave) Mostra dei presepi: dicembre CatanzaroJazz: mesi primaverili

catanzaro il ponte

Il nome vero è Ponte Bisantis, è considerato uno dei simboli della città. Si tratta di un viadotto stradale ad unica carreggiata, costruito su una sola arcata, che collega il centro storico di Catanzaro con il rione De Filippis situato dall'altro lato della valle sulla Fiumarella. Fu costruito su progetto dell'ingegnere Riccardo Morandi e per questo è anche conosciuto come Viadotto MorandiIl ponte è il più alto d'Europa ed il terzo al mondo tra quelli ad una sola arcata. Misure: ampiezza d'arco (luce) 231 m; altezza da fondo valle 110 m; lunghezza sede stradale 468,45 m; larghezza della struttura scatolare dell'arco: in chiave 10,50 m e alla base 25 m. Il teatro Politeama, situato nel centro storico, è stato inaugurato nel 2002, su progetto di Paolo Portoghesi. Occupa lo spazio dove si trovava l'omonimo cinema e teatro costruito negli anni Trenta e un vicino mercato coperto della stessa epoca. Il palcoscenico è uno dei più avanzati in Italia dal punto di vista tecnologico ed è il "cuore" del teatro: largo 22,30 m. e profondo 20 m., ha un'altezza di 30 m.. La sala centrale a forma di ferro di cavallo, intorno a cui si articola l'edificio, riprende la tradizione del teatro classico all'italiana. Lo spazio disponibile è di 53.000 m3 e di 5.700 m2. La tradizione teatrale della città risale al tardo Seicento quando in occasione della nascita dell'erede al trono spagnolo, ci furono quasi due mesi di rappresentazioni che animarono piazza San Giovanni. Le attività teatrali si continuarono a svolgere nelle piazze cittadine e in un piccolo teatro in piazza Duomo, distrutto dal terremoto del 1783. In seguito venne costruito lo storico Teatro Comunale, progettato dall'architetto Vincenzo De Grazia nel 1818 e terminato nel 1830. Il teatro rappresentava opere di Pergolesi, Rossini, Goldoni, Giacosa e D'Annunzio, Scribe, Sardou, Mirabeau, Dumas, Ibsen, Tolstoj, Shakespeare, Dostoevskij. Ne calcarono il palcoscenico i più noti artisti del tempo, da Ermete Novelli a Ermete Zacconi, da Giovanni Emmanuel a Gustavo Salvini. In seguito alla crisi economica e sociale che investì la città dopo la prima guerra mondiale, il teatro declinò e venne infine demolito nel 1938, mentre l'attività teatrale continuò in modo diseguale con il teatro Masciari, fino alla costruzione del teatro Politeama nel 2002. Attualmente è sede dell'Accademia internazionale "Officina teatrale". Il terzo polo artistico italiano con Milano e Roma. Musei Storico Militare Situato nel Parco della Biodiversità Mediterranea, presenta una vastissima collezione di armi, equipaggiamenti militari e mappe d'epoca dal 1600 fino alla seconda guerra mondiale. Tra le caratteristiche del museo è la riproduzione delle trincee, con effetti sonori che riproducono le ambientazioni della Grande Guerra. Museo d'arte moderna e contemporanea di Catanzaro "MARCA". Polo museale multifunzionale sviluppato su tre piani. Museo provinciale "Villa Margherita" Contiene collezioni di monete, vari reperti ed una raccolta di materiale preistorico.La casa della memoria Voluta dall'artista catanzarese Mimmo Rotella, inventore del decollage, si pone come obiettivo la divulgazione e la promozione dell'arte contemporanea Museo delle carrozze. Un ampio edificio stile medioevale ospita la collezione di preziose carrozze del barone De Paola utilizzate per le riprese di numerosi film italiani e stranieri tra cui Via col vento, annesso all'edificio si trova un altro museo sulla civiltà contadina. Museo risorgimentale. Contiene vari cimeli, biffettiere, armi dell'epoca garibaldina e delle guerre d'Africa e di Spagna, carte cospirative, i diari di guerra e i documenti mazziniani. Sito nei locali concessi dal Comando Militare Esercito "Calabria". Museo della seta Presenta collezioni di attrezzature e documentazioni della lavorazione e della commercializzazione della seta. Gipsoteca Jerace Raccoglie le opere in gesso e marmo del famoso scultore Francesco Jerace. "Museo diocesano" Presso l'Arcivescovado, con opere provenienti dal Duomo e da altre chiese. Museocoevo arte e dissenso netdada sito web

catanzaro paese dei tre colli

La denominazione di città dei tre colli è dovuta alla posizione del centro storico della città di Catanzaro che si trova a circa 300 mt. di altezza sul livello del mare. È situato su uno sperone roccioso denominato Trivonà, composto da tre colli e delimitato da profonde valli percorse dalla Fiumarella ad ovest e dal Musofalo ad est. Alle spalle del Trivonà sono ben visibili le alture della Sila, mentre la parte opposta scende, attraverso un breve pianura detta Piede della Sala verso la costa Ionica. Il Trivonà è composto da tre colli, con altezza progressiva man mano che si va verso nord: San Trifone (oggi San Rocco) è il colle che si incontra provenendo dalla quartieri sud della città. Ha un'altezza di 295 mt., anticamente qui era posizionata l'antica Porta Marina la principale per giungere al centro storico. Da questo colle, dal rione Bellavista è possibile vedere il panorama dei quartieri sud della città e dell'intero Golfo di Squillace;
Del Vescovato (oggi Duomo) è in posizione intermedia rispetto agli altri due colli ad un'altezza di 343 mt. Sulla sua sommità è posizionato il Duomo, su questo colle è costruito l'antico borgo medioevale della città in cui si snodano i viculi le strettisime vie del centro storicoDel Castello (oggi San Giovanni) è il colle posizionato in posizione più alta a 380 mt. circa. Qui era costruito l'antico castello Normanno, oggi divenuto complesso monumentale San Giovanni. A questo colle è collegato il famoso Ponte di Catanzaro che permette l'accesso al colle dall'antica Porta Prattica.Catanzaro è formata da vari rioni e sobborghi nati nelle diverse epoche attreversate dalla città. I più caratteristici sono:La Grecìa « ...in questi tempi cominciano a declinare i Greci nelle città in modo che fra pochi anni cedendo quasi che tutta quella ai latini si ridussero in quell'angolo estremo che oggi appellasi Grecìa. Secondo il De Nobili l'origine greca di Catanzaro sarebbe comprovata. » ( Vincenzo D'Amato, Memorie historiche dell'illustrissima, famosissima, fedelissima città di Catanzaro, 1670) È il più antico rione cittadino, contrastanti sono le ipotesi sulla sua origine. Le più accreditate affermano che fu l'antica area che accolse i cittadini Greci che vennero dalla costa in seguito alle invasioni Saracene. Piazza Mercanti Oggi Piazza Grimaldi, era il centro economico della città posta a in uguale distana dalla Porta Marina e dalla Porte Granara era facilmente raggiungibile dai mercanti che provenivano dai quartieri marinari e da quelli presilani. In questo rione erano situate le principali attività economiche e commerciali così lo descrive Luise Gariani: « ... questa piazza fu il palcoscenico della vita catanzarese e vide i mercanti ed i setaioli, gli uomini d'armi e quelli di toga, i forestieri e la gente del contado, i patrizi ed i poveri che accorrevano al Monte di Pietà; la piazza dove per secoli il popolo di Catanzaro visse feste e spettacoli, sommosse e tumulti, parate e processioni, comizi e quaresimali » La Filanda Via Filanda, situata nel rione chiamato Maddalena era il quartiere in cui avveniva la lavorazione della seta. La sua posizione molto ventilata consentiva il perfetto svolgersi delle varie operazione seriche. Anticamente chiamto San Nicolà Favatà o delle donne per l'omonima chiesa costruita dai bizantini, venne ribatezzato Filanda da quando il setaiolo Primocerio vi costruì uno dei primi filatoi. Coculi Attualmente riconducibile a Piazza Larussa, erano un quartiere popolare in cui era situato il mercato alimentare e numerose botteghe. Proprio dai prodotti venduti in questo rione, in gran parte, uova, frutta, noci e nocciole deriva il nome coculi che significa ciotoli, ma che era utilizzato per identificare gli oggetti di dimensioni piccole e tondeggianti. Nei tempi più recenti molti abitanti di questo rione si trasferirono in nuovi quartiei popolari costruiti a sud della città. Rione Case Arse Case Arse Rione osservabile dal terrazzo del complesso monumentale San Giovanni, ex castello Normanno. Anticamente era chiamato "Paradiso" per la vista della costa che si può ammirare. Il nome fu mutato dopo il 1461 anno in cui la città si ribellò al Marchese Centelles considerato un uomo avido e senza pietà. L'assalto al castello avvenne l'8 maggio del 1461 e il marchese fu costretto alla fuga, ma divampò un grosso incendio che colpi il quartiere adiacente al castello. Marina È il quartiere costiero della città, anticamente chiamato Villaggio Marina è situato tra il torrente Fiumarella ed il Corace e rientra all'area dell'antica Scolacium. Sbocco naturale verso il mare della città fu abitato dapprima da pescatori che scendevano dai colli e che successivamente vi si stabilirono stabilmente. Gelso Bianco Era il rione in cui erano situate le piantaggioni di gelso bianco utilizzato come nutrimento per i bachi da seta. Gagliano Situato a nord est, sul colle anticamento chiamato Petrusa, del centro storico è un quartiere antico che secondo alcuni studioso deve il suo nome alla residenza dei potenti senatori Romani Gallio. In epoca medioevale il nome era Gallianum, che successivamente mutò diventando l'attuale Gagliano. Antica Porta di Mare Porta Marina « la città di Catanzaro tiene sei porte. La prima fu chiamata della Marina ovvero Granara poiché entra per essa tutto il frumento » ( Gariani) Attualmente rione Bellavista era la principale entrata al borgo antico della città, il suo nome deriva dalla posizione rivolta verso il mare.Fontana Vecchia « ...la seconda fontana posta nel monte Pazzano poco distante da quella indicata prese il nome di fontana di juso e fu migliorata e rinnovata nel 1502...Questa fontana diede il nome alla strada di accesso che ancora oggi è denominata via Fontana Vecchia » (De Lorenzis) Già rione Fuori Porta, il nome deriva dalla presenza di una delle fontane più antiche della città. Vurgheddi Deriva dal termine dialettale vurga che significa pozzo o pozzanghera, per la presenza di pozze d'acqua stagnati. Le vurghe si formava dall'acqua che scendeva dal colle del Vescovato situato in posizione sopraelevata rispetto il rione. Scinduta dei Forgi Attualmente chiamato Discesa Gradoni era la sede di varie botteghe artiginali del ferro e di manischalchi. Vico CarbonaiEra il rione della produzione di carbone vegetale, che proveniva dalla campagne circostanti la città ed era trasportato per la lavorazione da carovane di asini attraverso la Porta Pratica.


L'Istmo di Catanzaro o Istmo di Marcellinara (anche Sella di Catanzaro o Sella di Marcellinara per la sua morfologia) è la striscia di terra più stretta d'Italia che separa il mar Ionio dal mar Tirreno.È lunga circa 30 chilometri e si trova in corrispondenza della depressione tra le estreme appendici meridionali dell'Appennino Calabrese e la parte settentrionale delle Serre. La valle tra le due catene montuose è larga circa 2 chilometri nel punto più stretto è si allarga in corrispondenza della Piana di Sant'Eufemia ad ovest e della valle del Corace ad est per poi terminare sulle rispettive coste. A sud di Marcellinara si trova l'omonima “Sella” che è il punto più basso e più stretto dell'Appennino calabrese (250 metri). Dalle alture settentrionali dell'Appennino Calabrese in alcune zone dei comuni di Tiriolo, Marcellinara e Catanzaro è possibile avere una vista panoramica contemporaneamente del Mar Ionio e del Mar Tirreno. L'istmo è attraversato da due fiumi a carattere torrentizio l'Amato ed il Corace. Entrambi hanno origine dalla Sila Piccola e dopo aver percorso un tratto parallelo, separati da 2 chilometri circa, si allontanano in prossimità delle alture di Gimigliano scendendo lungo la valle in direzione ovest verso il mar Tirreno l'Amato e in direzione Est verso il mar Ionio il Corace. Secondo alcune fonti durante la rivolta degli schiavi capeggiati da Spartaco, il generale Crasso per bloccare la loro avanzata e impedire l'arrivo di rifornimenti decise di fortificare l'area dell'istmo, con un vero e proprio muro, tagliando la Calabria in due parti. Durante il periodo fascista furono fatte varie proposte per la creazione di un canale artificiale che unisse lo Ionio al Tirreno.